29.6.11

LA CHIESA

Italia | 1989 | 98 minuti | colore | italiano 2.0

DIRECTOR
MICHELE SOAVI

Sarà perchè lo vidi la prima volta poco dopo che era uscito, ma La Chiesa è sempre stato uno dei miei horror preferiti e per questo mi sento in dovere di difendere questa suggestiva pellicola, secondo me troppo sottovalutata. Non ho mai capito l'accanimento contro questo film, quando attualmente ci sono in circolazione talmente tante di quelle ciofeche definite "horror" che è una vergogna per il genere stesso.

 
Detto questo, La Chiesa è a mio avviso l'ultimo grande horror della nostra ormai sepolta cinematografia. Una conferma al tempo per Michele Soavi, che già con il suo debutto alla regia (Deliria) aveva dato dimostrazione di grandi qualità e di talento visionario. E Visionario è il termine più adatto per questo film, il migliore del regista (non me ne voglia chi considera La Setta il suo apice). L'incipt in un villaggio della Germania medievale, con lo scoppio della pestilenza e il massacro degli abitanti messo in atto dai cavalieri teutonici, spalanca le porte alla maledizione che dilagherà ai giorni nostri all'interno della cattedrale gotica costruita sopra la fossa dove erano state sepolte le vittime. 


Nella cattedrale cominceranno a verificarsi avvenimenti strani, apparizioni diaboliche, forze soprannaturali che si rimettono in moto e quel luogo non più mistico, comincerà a vomitare nuovi orrori contaminando tutti quelli che nel frattempo sono rimasti bloccati all'interno della cattedrale. I presenti saranno dilaniati dalle proprie ossessioni e dagli incubi personali...


e proprio in questa parte sta il bello del film! La parte che poi porta al rito iniziatico nei sotterranei con la sequenza cult per eccellenza, il demone-caprone (Satana / Arana) che possiede Barbara Cupisti di chiara ispirazione polanskiana (e che per notti ha tormentato i sogni di una mia carissima amica). Ma come aveva commentato al tempo l'effettista Sergio Stivaletti, "La gente non l'ha capito, non ha capito che il caprone era il risultato della trasformazione del bibliotecario (Tomas Arana), il quale era rimasto posseduto ancora nella prima parte del film scoperchiando la croce nei sotterranei e liberando il male. E mi sembra che a distanza di 22 anni le cose non siano poi così cambiate. Ottime anche le musiche del grande Keith Emerson e dei Goblin i quali contribuiscono a creare quel clima di sospensione in più a questa straordinaria ed esoterica pellicola.



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