20.7.11

DELIRIUM HOUSE


TERROR


Gran Bretagna | 1979 | 77 minuti | colore | italiano, inglese 2.0

DIRECTOR

Una donna accusata di stregoneria viene mandata sul rogo, mentre brucia lancia una maledizione contro i suoi accusatori e le relative generazioni a venire. 300 anni dopo, un regista, discendente della famiglia che condannò la donna, si ispira a quei fatti per realizzare un film, ma ben presto la finzione scenica comincia a confondersi con la realtà: la maledizione infatti si sta attuando e tutti quelli che hanno a che fare col regista cominciano a morire di morte violenta...


Norman J. Warren è uno dei pochissimi veri specialisti dell'horror-gore britannico. Tra la fine degli anni '70 e i primi '80 ha sfornato quattro piccoli gioiellini del genere. Questo Delirium House, più noto come Terror, fa parte del lotto. Come nel suo stile, il regista intinge la pellicola di una bella dose di efferatezze varie: decapitazioni, impalamenti, volti carbonizzati, feroci accoltellamenti e così via. Questa volta però, pecca un pò di originalità in confronto ai suoi due film precedenti (Satan's Slave, Alien Prey), pescando a piene mani dal Suspiria argentiano:
 

innanzitutto con il coloratissimo gioco di luci verdi e rosse e poi con il finale, che addirittura in certe inquadrature sfiora quasi il plagio (la protagonista, in alcune pose sembra la copia esatta di Jessica Harper). Citazioni e autocitazioni (I poster di Thriller en Grym e Satan's Slave), ma anche una sceneggiatura abbastanza scontata, che non convince pienamente ed una recitazione scadente. In compenso però, le sequenze gore (su tutte l'accoltellamento della modella rossa, che tra l'altro fa anche da manifesto per le copertine di varie edizioni in DVD) e una più che discreta atmosfera, pagano dei difetti.


Insomma, non il miglior film di Warren, un pochino giù di tono rispetto al solito, ma è comunque un film di Warren! il che significa una scossa di adrenalina, se paragonato alla mediocre media dei soporiferi "horrorini" inglesi che circolavano in quel periodo.

 
CATEGORIES: Cultzone | Horror

16.7.11

LA NOTTE DEI DIAVOLI

LA NOCHE DE LOS DIABLOS


Italia, Spagna | 1972 | 85 minuti | colore | italiano, spagnolo 1.0

DIRECTOR
GIORGIO FERRONI

 
Nicola (Gianni Garko), un commerciante di legnami in viaggio dall'Italia in Jugoslavia per affari di lavoro, resta in panne con l'auto in mezzo ai boschi. Trova aiuto presso una famiglia di contadini che le offre ospitalità per la notte, con la promessa di recuperare e tentare di aggiustarle l'auto, ma soltanto il giorno dopo, con la luce del sole. Nicola si accorge subito dello strano comportamento degli abitanti della fattoria, i quali al tramonto cominciano a barricarsi in casa sprangando porte e finestre, come se temessero l'arrivo di qualcosa di pericoloso: nei dintorni del bosco infatti, si aggirano i "Wurdalak", una sorta di creature che ritornano alla vita per contagiare i loro cari e trasformarli a sua volta in morti viventi. L'unica che sembra voler aiutare Nicola è Sdenka (Agostina Belli), la quale s'innamora di lui e lo aiuta a fuggire. Nicola promette a Sdenka che tornerà a prenderla, ma nel frattempo la situazione precipita e l'uomo, tornato in Italia, verrà ricoverato sotto shock in una clinica psichiatrica gestita dal professor Tosi (il solito Umberto Raho nei panni del solito medico), in attesa dell'arrivo di Sdenka...ma sarà veramente Sdenka o anche lei è diventata un Wurdalak?


Giogio Ferroni, regista con all'attivo una lunga serie di pellicole, ma anche uno tra i pionieri del gotico all'italiana (gli altri sono Bava e Freda), autore del bellissimo "Il Mulino delle Donne di Pietra" (1960), dirige nel 1972 questa sua seconda incursione nell'horror. "La Notte dei Diavoli", nonostante il periodo di realizzazione in cui è inserito, risente ancora di certe atmosfere gotiche proprie dei prodotti anni '60, un pò come "La Notte dei Dannati" o "La Terrificante Notte del Demonio". In confronto ai due film citati però, anche se lo stesso molto apprezzabili, il film di Ferroni si eleva al di sopra di queste per una messa in scena molto più seriosa e drammatica. A differenza de "I Tre Volti della Paura" di Bava, dove anche lì viene ripresa la storia tratta dal racconto di Tolstoj nell'episodio "I Wurdalak", ma con una sottile linea di macabra ironia, "La Notte dei Diavoli" appare subito come un film cupo, le atmosfere, la fotografia e le ambientazioni sono molto realistiche e la recitazione di tutti gli attori è buona. La storia da incubo in cui viene coinvolto Nicola (Gianni Garko), è una di quelle che difficilmente si possono scordare. Tante le sequenze degne di nota (l'attesa dell'arrivo del padre allo scoccare delle ore 6, la fuga finale in auto) tanto per citarne 2. I pochi effetti gore hanno, nonostante il tempo, un impatto veramente macabro. Verso la fine si notano chiari omaggi a "La Notte dei Morti Viventi". La bambina che uccide la madre e l'assedio che subisce Nicola durante la fuga. In definitiva un Horror "puro" con l'H maiuscola, un vero gioiellino d'epoca che vergognosamente non è stato ancora distribuito quì da noi in dvd. Esistono solo la vecchia vhs della golden video, il dvd spagnolo della filmax ed una assurda versione in inglese, con sottotitoli in giapponese e con l'aggiunta di scene gore estreme inserite nella prima parte del film e che non c'entrano un bel niente. Resta un mistero da dove siano state ricavate.


CATEGORIES: Cultzone | Horror

10.7.11

DELIRIOS DE UM ANORMAL


Brasile
1977
86 minuti
colore
1.66:1




Hamilton è tormentato da terrificanti e ricorrenti incubi in cui assiste ai malefici riti di Zè do Caixao (personaggio creato dal regista con il suo primo film, A Meja Noite Levarei sua Alma). La sua ragazza gli suggerisce di farsi vedere da un esperto e così si mette in contatto con Mojica Marin. Questi, dopo aver analizzato Hamilton, le dice che i suoi incubi sono soltanto delle fobie frutto di una sorta di gelosia nei suoi stessi confronti e che automaticamente lo portano ad aver paura del suo alter-ego. Quando Hamilton però, sembra sulla via di un miglioramento, il diabolico Zè si presenta a casa sua...
Forse il lavoro più visionario e splatter di Mojica Marins. Il film è praticamente un incubo a ciclo continuo dall'inizio alla fine. Le allucinazioni di Hamilton racchiudono praticamente tutta la visione dell'inferno creato dal regista fino a questo punto della sua filmografia: si alternano inserti tratti da altri suoi film tipo "Exorcismo Negro" (riti demoniaci e mutilazioni) e "Esta Noite Encarnarei to deu Cadaver" (anime dannate con forconi), ad altri nuovi molto all'avanguardia per l'epoca, tipo i volti che si fondono tra loro e che riportano alla mente "Society" di Brian Yuzna. Visivamente potentissimo, perde però in originalità confrontato ai film che il regista girò negli anni '60. E' comunque un film da riscoprire e vedere per avere un'idea complessiva del cinema di Marins.