7.6.12

THE BROKEN

SEAN ELLIS

Francia, Uk
2008
88 minuti
color
1.85:1




Gina lavora come radiologa, la sua vita è appagante, ha una famiglia molto unita e un fidanzato con il quale è in procinto di andare a vivere insieme. Un giorno però accade qualcosa, un incidente d'auto a cui Gina scampa miracolosamente, spezza la sua tranquillità innescando una serie di strane visioni e avvenimenti che sembrano coinvolgere anche tutti coloro che le stanno accanto...
Ci sono film horror realizzati solo ed esclusivamente per puro intrattenimento, grondanti ettolitri di sangue e infarciti di scene raccapriccianti, mediamente legati da una storia semplice e basilare la quale non richiede grandi attenzioni da parte dello spettatore per cercare di capire quello che sta succedendo.
Esiste invece un'altra faccia dell'horror, più profonda e autoriale, che non punta solamente sul sangue o l'effetto speciale in sè, ma lavora sui binari dell'angoscia e del dubbio, affondando le sue radici nella psiche umana o nel surreale e mediamente questo tipo di film và visto e vissuto per quello che è, ovvero un viaggio, un sogno. Ecco, The Broken fa parte di questa seconda categoria e la spiegazione di ciò che vediamo, stà tutta in questa breve citazione di Poe, con cui si apre il film:

"Tu hai vinto, ed io ho perso."
"D'ora in poi sei morto anche tu. Morto per il mondo, per il paradiso e per la speranza!"
"In me sei esistito e, nella mia morte, come vedi da quest'immagine, che è la tua, scoprirai come hai completamente ucciso te stesso."

Egdar Allan Poe
The Broken è un film sul tema del doppio, attraverso uno specchio, un inquietante specchio che si frantuma improvvisamente in mille pezzi, come la psiche della protagonista, come in Repulsion (le crepe nel muro), ed è soprattutto un film che percorre liberamente la sua strada fregandosene dei soliti canoni stereotipati, e fa bene The Broken!
Non sarà un capolavoro, non è sicuramente ai livelli di un Aronofsky (Il Cigno Nero, tanto per restare in tema), ma è pur sempre un ottimo psycho-horror: adulto, stiloso, glaciale e penetrante. Elegante e minimale come pochi in circolazione in questo momento, riesce a dare una boccata d'ossigeno al panorama horror attuale e non si serve dell'effetto grandguignolesco fine a se stesso per provocare a tutti i costi (solo due le scene gore presenti).
Ottime le musiche di Guy Farley, soprattutto la traccia dei titoli di coda.