14.5.11

ANGELO DELLA VENDETTA


Usa
1981
80 minuti
colore
1.85:1 widescreen


Thana è una ragazza sordomuta che abita in un malfamato quartiere di New York elavora come stiratrice in un atelier d'alta moda. Una sera, durante il tragitto per rientrare a casa, viene aggredita da un malvivente (lo stesso Ferrara) che, portata in un vicolo, la violenta brutalmente. Ripresasi momentaneamente dallo shock, Thana riesce a raggiungere il suo appartamento, ma appena entra ha un'altra sorpresa: un ladruncolo entrato per rubare, si getta su di lei e per la seconda volta, la poveretta subisce violenza. Questa volta però Thana reagisce e con un ferro da stiro colpisce l'uomo alla testa uccidendolo. Quando realizza l'accaduto, la ragazza trascina il cadavere nella vasca da bagno e con un coltellaccio comincia pian piano a farlo a pezzi che rinchiude in sacchi d'immondizia e che, nei giorni seguenti, getterà in vari bidoni della spazzatura situati nella città. Da questo momento la psiche di Thana è ormai irrimediabilmente sconvolta e, procuratasi una pistola, la ragazza comincia a girare per le vie di New York facendosi giustizia di tutti gli uomini che incontra: un fotografo che l'abborda all'uscita di un bar, un giovane che la segue per strada e perfino uno sceicco che le offre una consistente somma di denaro per passare la notte con lui. Di giorno Thana continua il suo lavoro all'atelier, ma la distrazione durante lo svolgimento delle sue mansioni attira l'attenzione del manager (che ha sempre avuto un debole per lei) che è costretto a richiamarla dandole comunque delle possibilità. Di notte, la Thana timida e riservata si trasforma in una spietata serial killer e in una sequenza degna dei maggiori gangster-movies, riesce a far fuori in un colpo addirittura una banda di quattro malviventi. Nel frattempo però, una vicina di casa un pò troppo curiosa nota lo strano comportamento della ragazza e intrufolatasi nel suo appartamento, scopre la testa del ladruncolo e avverte la polizia. Intanto all'atelier si stanno organizzando i preparativi per una festa in maschera e il manager chiede a Thana di accompagnarla alla festa, la ragazza accetta, ma nel suo sguardo si capisce che ha già in mente un piano. La sera della festa la follia di Thana esplode completamente quando il manager cerca di dar libero sfogo alle sue pulsioni fino a questo momento represse (le maschere indossate dai due non potevano essere più perfette: lui vestito da vampiro e lei da suora), e impugnata la pistola, lo uccide. Poi comincia a fare una strage fra i partecipanti maschili finchè non viene fermata (guarda caso proprio da una donna) una delle colleghe di lavoro, che la pugnala alla schiena.
Il terzo lungometraggio di Abel Ferrara, nato nel bronx e cresciuto professionalmente come artista alla fine degli anni '70. Il poeta della New York più nera e disperata, dopo l'esordio professionale con The Driller Killer (1979) (se escludiamo il suo primo lungometraggio, un film porno dal titolo Nine Lives of a Wet Pussy (Le Nuove Vite di una Passera Bagnata, e di cui Ferrara non ha quasi mai voluto parlare), torna sui stessi binari per mostrarci un livello di degrado ancora più profondo. Tutto ciò che circonda la povera Thana sa di marcio e corrotto: i marciapiedi del quartiere pullulano di gente che sembra perennemente infoiata, "mi è sempre piaciuta la donna bianca" esclama uno di questi al passaggio di Thana con le sue colleghe di lavoro. Ma il clima lo si respira già dai primi minuti di pellicola, con la brutale sequenza dello stupro nel vicolo, un Ferrara mascherato, che nonostante la brevissima apparizione si stampa nella mente dello spettatore per tutta la durata del film, come rimarrà impresso nella mente ormai debellitata della protagonista (le allucinazioni davanti allo specchio dopo aver ripulito la vasca da bagno dal sangue del secondo stupratore, i vari flashback che appaiono poi nel corso della pellicola).

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